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Virtual gallery

July 10th 2015

Virtual Collective Exhibition

Giovanni Bonanno - Bruno Cassaglia - Renato Cerisola - Ruggero Maggi - Cristina Sosio

 

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La realtà virtuale tra arte e tecnologia di Sandro Bongiani


Viviamo in una società complessa carica di apporti nuovi e in continua evoluzione. Con l’avvento di internet si condivide la realtà della “simulazione significante”; praticamente una seconda realtà parallela e sovrapposta a quella reale, essenzialmente fluida e immateriale. In questa nuova dimensione anche l’arte è costretta a fare i conti con le nuove problematiche globali della tecnologia virtuale. Una volta navigare online significava avventurarsi in un mondo parallelo, percepito come “altro”, totalmente ibrido. Oggi, grazie alla grande capacità mediatica della rete e l’effetto domino di internet, l’arte finalmente si “de-materializza” e diventa accessibile a tutti senza più limiti e confini geografici. Il web, ha compiutamente moltiplicato le occasioni di consumo dell’oggetto culturale in un particolare periodo storico come questo in cui gli artisti fanno una immane fatica a entrare nel circuito reale delle gallerie che contano. Internet, quindi, rappresenta davvero una grossa occasione di democratizzazione dell’arte, infatti, è cambiato il modo di fruire l'oggetto culturale e persino la scoperta di un artista spesso avviene online, attraverso la visitazione di innovative piattaforme web che, utilizzando nuove tecnologie sempre più evolute, stanno modificando radicalmente la fruizione e la diffusione dell’opera d’arte.
Con internet, quindi, la fruizione dell’arte viene modificata radicalmente dall’avvento della dimensione interattiva e dalla sua globale circolazione in forma di codice binario, utilizzando canali alternativi più consapevoli rispetto l’uso consueto che ne fa oggi il sistema ufficiale e istituzionale dell’arte ( galleristi, critici, mercanti, curatori di mostre). Di fatto, in questi ultimi anni, le piattaforme web e la stessa rete hanno modificato radicalmente l’esperienza dell’arte rendendo la fruizione “mediata” rispetto a quella diretta delle classiche gallerie d’arte, con una incessante proliferazione di piattaforme d’arte online che a vario genere rappresentano il futuro ecologico e sostenibile dell’arte. Ormai, siamo parte di un unico “ecosistema fluido” che ci rende simultaneamente fruitori e produttori in una conseguente contemporaneità di ruoli e i quindi, protagonisti di uno dei cambiamenti più radicali e importanti della nostra società. Tutto ciò non è un fenomeno di provvisoria e momentanea transizione, ma un diverso modo di concepire la fruizione artistica. Oggi la fruizione mediata, è considerata non solo legittima, ma addirittura portatrice di implicazioni fortissime in termini di politica dell’immagine perché Internet “democratizza” il mondo dell’arte, rende la fruizione dell’arte “accessibile” a tutti, in qualsiasi momento del giorno e della notte, abbattendo le solite e anguste barriere che normalmente separano i fruitori dal sistema concordato e ufficiale dell’arte. Non sussiste più alcun impedimento, le persone non sono più condizionate dalla loro costrizione temporale e geografica e non fanno affidamento soltanto sugli art advisor che a vario titolo indirizzano e obbligano il fruitore a condividere le proposte imposte dal sistema ufficiale dell’arte. Ciò accade per un semplice e unico motivo: si è trasformata la forma dell’oggetto che è passata da fisica a virtuale. Tuttavia, dobbiamo sottolineare che la sostanza dell’arte, nonostante tutto, è rimasta invariata anche se accompagnata dall’esigenza di essere comunicata in maniera diversa attraverso l’utilizzo di nuovi
strumenti. Dobbiamo registrare, altresì, che Il mercato dell’arte (quello ufficiale) si sta adattando a un pubblico che è sempre più globale e informato. Pertanto, molti galleristi tradizionali hanno annusato il cambiamento e si sono affrettati ad aggiungere in parallelo un sito web o una piattaforma interattiva, non comprendendo appieno la reale portata di questo importante cambiamento epocale. Secondo noi, “essere online” non è una semplice occasione ma una reale necessità, anche in campo artistico, con una convincente divulgazione globale utilizzando uno degli strumenti più potenti che abbiamo oggi a nostra disposizione, consentendo di creare spazi virtuali interattivi, eliminando tempi e costi rispetto alla diffusione tradizionale, “facendo circolare” l’opera in tempo reale in tutto il mondo, abbattendo, quindi, le frontiere geografiche e superando anche i limiti consueti della galleria tradizionale, ovvero la partecipazione temporale e fisica all’evento. Siamo convinti di essere solo agli inizi di questa coinvolgente avventura, di questo nuovo modo di considerare l’arte e la cultura. L’unica certezza è che tutto ciò continuerà a svilupparsi in una dimensione sempre più virtuale, cercando di superare un sistema monolitico, (galleria critico, mercante), che fino a qualche anno fa non permetteva nessuna interferenza e intrusione, a vantaggio di una partecipazione più attiva e democratica come quella di internet, con spazi sempre aperti, visibili 24 ore su 24 e con l’arte a portata di mouse in cui i fruitori sono i veri protagonisti destinati ad avere un’interazione fattiva e personale con l’opera d’arte, al di là delle scelte imposte dal mercato e dal sistema dell’arte.
Ad un’arte istituzionalizzata “di regime pseudo democratico” imposta dall’alto, corrisponde oggi un’arte “di confine”, direi marginale, sempre più libera che preferisce condividere volutamente ( Mail Art, Digital Art, E-Mail Art, Web Art) la dimensione globale dell’arte, come per esempio, in questa rassegna di Quiliano voluta appositamente in una piattaforma interattiva virtuale, con artisti come Ruggero Maggi, Bruno Cassaglia, Giovanni Bonanno, Renato Cerisola e Cristina Sosio, che approfittando delle nuove possibilità e strategie del web, cercano di relazionarsi compiutamente con questo efficiente e potentissimo strumento di diffusione e di conoscenza, presentando, ciascuno a suo modo, una serie di lavori pensati appositamente per questa occasione. Nonostante tutto, l’arte continua a essere ancora fatta di immagini, creata in modo manuale o digitale e spedita per invii di posta tradizionale oppure elettronica. Tuttavia, dobbiamo notare che tra i diversi modi di creare arte e il pianeta web vi è un certo intendo comune; ossia quello di superare la temporaneità e la conseguente distanza geografica e culturale, in una sorta di unica e solidale partecipazione collettiva. Oggi la ricerca artistica, è da intendersi come un grande "laboratorio planetario" composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea, con il fine essenziale di istaurare un flusso comunicativo che nell’era di internet dilaga da una parte all'altra del pianeta in forme casuali, secondo una logica imprevedibile e con itinerari del tutto nuovi, preferendo la sua marginalità rispetto le indicazione imposte dal sistema dell’arte ufficiale. Una problematica di grande interesse è quella del superamento della distanza geografica e culturale. Mentre un tempo l'artista operava nel completo isolamento, al servizio del mercato e della critica, ora con i Network della rete vi è sempre più la necessità di instaurare rapporti e contatti esterni, attraverso le reti internazionali al di fuori del sistema ufficiale ed economico. Questo nuovo sviluppo logico del pensiero sperimentale si pone volutamente al di fuori dei circuiti commerciali ufficiali dell'arte conseguente ad una nuova dimensione più evoluta e di grande respiro. L'arte planetaria “di confine” desidera vivere una dimensione creativa del tutto nuova non interessandosi minimamente alla genealogia di ciò che si chiama storia dell'arte, viaggiare da un paese e l'altro tra un emittente e ricevente, con il fine essenziale di relazionarsi ai problemi della cultura di massa. In una società regolata da un libero mercato e del suo "diarroico" traffico economico di immagini, sussiste il desiderio, sempre più crescente, di collocarsi coscientemente al di fuori, in un "altrove" praticabile rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria, al di là di una immaginaria linea di Greenwich, come possibile spartiacque e cesura tra il presente e il futuro. In questo senso il Networker esprime il dissenso nei confronti delle convinzioni. Mentre il capitalismo distribuisce ricchezza, e il successo costringe a produrre in modo standardizzato e seriale, l'arte di confine dilaga come flusso mentale, preferendo la contaminazione delle idee piuttosto che la monotonia. Attorno all’arte si è creato “un sistema chiuso” allo scopo di tutelare investimenti e posizioni acquisite di potere. Il giro dell’arte è in mano al grande sistema finanziario che ormai gioca con le opere d’arte come fa con i titoli in borsa. Essere "artisti di confine", non significa vivere intrappolati all'interno di un sistema, in un caos organizzato, piuttosto convivere come libera presenza di frontiera, al di là del consueto e del banale. Prendere coscienza di tutto ciò significa produrre in modo totalmente diverso e inaspettato. Questo nuovo sviluppo logico “del pensiero sperimentale” si pone volutamente al di fuori dei circuiti ufficiali conseguente ad una nuova dimensione più evoluta e di grande respiro. Una problematica certamente di grande interesse e attualità, che nasce dalla convinzione di un reale e logico superamento dei problemi culturali dell’odierna società. L'arte, ormai, condivide la circolarità elastica e nomade delle idee.

 

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